(Emozioni) 02 – Repressione emotiva infantile: conseguenze comportamentali in età adulta

Una persona che nasconde le emozioni si rifiuta di comprendere l’intricata rete emotiva che definisce la sua personalità; in realtà, ammettere le proprie fragilità ci insegna ad essere forti: si tratta di un contrasto tra comprensione e conoscenza e tra negazione e debolezza.

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Molti anni fa Sigmund Freud propose un meccanismo denominato repressione mediante il quale i desideri e gli impulsi più controversi delle persone verrebbero trasferiti nell’inconscio. Parliamo di repressione freudiana, un meccanismo di difesa che consiste nella rimozione di ricordi traumatici ma non solo!

Il contenimento delle emozioni può funzionare benissimo per anni, ma a un certo punto la repressione salta improvvisamente e inaspettatamente. Alcune forme di esaurimento nervoso in età adulta sono dovute ad anni e anni di repressione delle emozioni.

Genesi della repressione emotiva

La repressione emotiva è qualcosa che abbiamo sperimentato tutti, chi più chi meno. Talvolta, è persino un comportamento che plasmiamo durante la fase dell’educazione, che ci viene inculcato da bambini, attraverso la ripetizione di frasi come “Sei grande per queste cose!” oppure “Non rispondere quando ti rimprovero!”, ecc….: queste rappresentazioni vengono in ogni caso relegate nell’inconscio.

Altro perfetto esempio di soffocamento emotivo si riscontra negli uomini che hanno imparato, da bambini, che le loro emozioni non sono accettabili. Questi sono cresciuti sentendosi dire che: “gli uomini non piangono mai”, così che hanno imparato a reprimere i loro sentimenti e in seguito gli risulterà molto difficile esprimerli.

La repressione: un processo normale che può diventare patologico

Se c’è troppa inibizione la repressione può diventare patologica. Il problema della repressione è che queste rappresentazioni psichiche inaccettabili continuano ad agire; l’inconscio trova vie d’espressione nei sogni, nei lapsus, negli atti mancati e nei sintomi… È ciò che viene chiamato il ritorno del rimosso.

Allora la persona presenta disturbi di funzionamento della personalità. “Non ha più un modo di funzionamento normale. Alcuni esempi di sintomi di repressione patologica: una persona che si rinchiude in casa, che non può più uscire, neanche per andare a lavorare. È qualcuno che ha pulsioni aggressive incoscienti, oppure una persona che fa pulizie per 10 ore al giorno o che controlla 20 volte se la porta è chiusa bene… cosa dire dei Disturbi Ossessivi Compulsivi? Sicuramente sono collegati alla repressione emotiva.

Repressione emotiva nell’età infantile

I bambini che reprimono le loro emozioni trasmettono al mondo un messaggio del tipo: «Non ho bisogno di te» o, più in generale: «Non ho bisogno». E questo atteggiamento può entrare a far parte del loro modo di essere, in modo tale da portare loro stessi a credere che sia la verità. Ecco alcune tipiche frasi di adulti che sono stati bambini che si autocontenevano:

  • Non ho mai detto a mia mamma che da bambino ero terrorizzato dal buio”

  • “Non ho mai detto a mio padre che avevo paura di mia madre”

  • “A scuola ero profondamente infelice, ma non l’ho mai detto ai miei genitori”

Repressione emotiva e conseguenze comportamentali

Come vi ho già accennato, le emozioni represse ricompaiono sotto forma di sintomi nevrotici, malattie fisiche o comportamenti compulsivi, causando sofferenza a se stessi e spesso anche agli altri. È un po’ come il principio della fisica che afferma che l’energia non può essere mai distrutta, soltanto trasformata.

Comportamento severo

Chi è stato bloccato dal comportamento troppo severo dei genitori e ha paura di loro, si sentirà inibito a rispondere loro, a dire delle cose, ribellarsi…di conseguenza potrà covare una rabbia che aumenterà col passare del tempo a tal punto da trasformarsi negli anni in aggressività continua verso quelle persone che inconsciamente, gli ricordano il proprio genitore, ad esempio amici più grandi, insegnanti, colleghi o datori di lavoro, ecc.

La timidezza spesso blocca tanti ragazzi e ragazze che di conseguenza si trovano in difficoltà a rivelare i propri sentimenti l’uno verso l’altra. Questo è perfettamente normale e comprensibile da ragazzi, da adolescenti, ma diventa problematico se col tempo non si riesce a superare questa difficoltà ad esprimere i propri sentimenti in quanto potrà pregiudicare i rapporti sentimentali futuri.

Comportamenti iperptotettivi

Un atteggiamento iperprotettivo verso i figli può bloccare le loro scelte, i loro desideri e la loro libera espressione in ogni campo, può far nascere dei sensi di inferiorità al bambino, oppure potrà aumentare in loro la rabbia, e il senso di oppressione generato dai comportamenti iperprotettivi, potrà esprimersi successivamente in malattie psicosomatiche, oppure nella difficoltà di contatto con gli altri.

Una ragazza che ha represso la propria libertà sessuale, a causa di un’educazione rigida e bigotta, vissuta in famiglia o in un istituto, da grande potrà negare e reprimere la propria sessualità a sé stessa ed agli altri, con grandi ripercussioni fisiche, psicologiche e difficoltà relazionali verso le persone dalle quali si sentirà attratta. Oppure ribellandosi a questa sua situazione potrà al contrario esprimere la propria sessualità in modo sfrenato ed eccessivo, potrà sentire il bisogno di fare sesso con più persone, potrà desiderare di avere esperienze con più partner, e questo suo modo alternativo di comportamento sarà una forma di compensazione rispetto alla repressione sessuale che aveva subìto da ragazza.

Comportamenti distruttivi verso sé stessi

Alcune persone possono  trovare un canale di uscita delle proprie emozioni represse in modo negativo attraverso quei comportamenti che possono distruggere la propria esistenza, come il gioco d’azzardo, l’alcol, la tossicodipendenza, le azioni violente verso sé stessi (tendenze suicidiarie)

L’aggressività verso l’esterno

Anche l’aggressività, i comportamenti distruttivi verso l’esterno e nei casi gravi le azioni violente possono essere dei modi sostitutivi per scaricare in qualche modo quelle emozioni represse che non si riesce ad esprimere nella vita quotidiana, ad esempio quando una persona “si tiene sempre tutto dentro”, questa energia accumulata e compressa, può diventare una forza devastante che come una bomba tenderà ad esplodere attraverso i comportamenti distruttivi, aggressivi o violenti.

Repressione emotiva e le insoddisfazioni di vita

La mancata manifestazione delle proprie emozioni verso qualcuno, può generare dei conflitti interiori (tra il desiderio di trasmettere qualcosa agli altri, e la difficoltà di riuscire a farlo) oppure un disagio o uno stress che col tempo non si riesce a contenere: questo dolore a livello interiore può tradursi in una insoddisfazione della propria vita.

Tutto questo ci fa capire quanto sia importante ascoltare le espressioni che sentiamo dentro di noi. Le persone che non riescono in questo, possono a poco a poco crearsi delle difficoltà nella propria vita, reprimendo sé stessi, ammalandosi, distorcendo le relazioni con i propri cari e con gli altri.

Bisogna imparare a superare la paura o il disagio che accompagna questo desiderio di voler dire, di voler fare qualcosa, di esprimere anche quelle emozioni più semplici ma importanti che sono l’amore verso qualcuno, l’affetto,  la passione, la stima e  l’ammirazione, oppure viceversa è importante anche riuscire ad opporsi a qualcuno, cioè imparare a dire un “no” ai propri genitori, ai propri  insegnanti, ai datori di lavoro, ecc.

Per concludere: la repressione emotiva ha un costo troppo alto sia per il nostro equilibrio psicologico che per la nostra salute fisica. Le emozioni non sono un nemico, sono segnali che ci invia il nostro inconscio e ai quali dobbiamo prestare attenzione. Il segreto non sta nel nasconderle, ma nel viverle intensamente e superarle.